24.09.2020 – IL PARLAMENTO RATIFICA LA CONVENZIONE DI FARO

La Confederazione Italiana Archeologi accoglie con viva soddisfazione la ratifica da parte del Parlamento Italiano della Convenzione di Faro stipulata nell’ormai lontano 2005.

Questo atto è di estrema importanza poiché la Convenzione introduce un concetto ampio e innovativo di “eredità-patrimonio culturale”, considerato “un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione” e di “comunità di eredità-patrimonio”, cioè, “un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future”.

Si sottolinea non solo che “chiunque da solo o collettivamente ha diritto di contribuire all’arricchimento del patrimonio culturale” ma si ribadisce anche la necessità della partecipazione democratica dei cittadini “al processo di identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione del patrimonio culturale” nonché “alla riflessione e al dibattito pubblico sulle opportunità e sulle sfide che il patrimonio culturale rappresenta”.

Protagonisti sono dunque i cittadini, per cui bisogna “promuovere azioni per migliorare l’accesso al patrimonio culturale, in particolare per i giovani e le persone svantaggiate, al fine di aumentare la consapevolezza sul suo valore, sulla necessità di conservarlo e preservarlo e sui benefici che ne possono derivare” (art. 12).

La Convenzione di Faro è anche la dimostrazione che l’Europa può essere non solo burocrazia e finanza, ma principi e valori. Proprio il patrimonio culturale, inteso come l’insieme complesso delle diverse eredità culturali, può peraltro costituire l’ambito privilegiato per affermare “gli ideali, i principi e i valori, derivati dall’esperienza ottenuta grazie al progresso e facendo tesoro dei conflitti passati, che promuovono lo sviluppo di una società pacifica e stabile, fondata sul rispetto per i diritti dell’uomo, la democrazia e lo Stato di diritto”.

La ratifica apre a nuove e interessanti prospettive poiché la Convenzione di Faro individua nel coinvolgimento delle comunità locali il proprio senso di essere.

Ci auguriamo che la ratifica di questa Convenzione non resti lettera morta ma venga accolta e sviluppata all’interno della legislazione italiana, in armonia con le normative sulle professioni dei beni culturali e nel rispetto delle prerogative dei professionisti,  per il bene del patrimonio culturale e delle comunità che di quel patrimonio sono testimonianza.