16.07.2020 – NIENTE ARCHEOLOGI PER LA SABAP DI SASSARI E NUORO

La SABAP per le province di Sassari e Nuoro ha pubblicato un avviso pubblico “PER LA FORMAZIONE DI UN ELENCO DI SOGGETTI IDONEI PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI PROFESSIONALI PER SERVIZI DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA DI IMPORTO INFERIORE A 100.000,00 EURO” la cui domanda di partecipazione è inviabile entro 30 giorni.

Tra le mansioni previste dall’avviso, molte delle quali riservate per legge alle competenze di architetti e ingegneri, spiccano però alcune attività di attinenza puramente archeologica, come le indagini e relazioni archeologiche, indicate all’art. 2 punto 12, o realizzabili anche da archeologi, come le progettazioni museografiche e gli allestimenti museali, indicati al punto 2 del medesimo articolo.

Quello che stupisce e che lascia esterrefatti è che un’istituzione facente capo alla DG ABAP possa dimenticare completamente nell’avviso, la possibilità di selezione di alcuni degli attori principali del suo mandato: gli archeologi! I riferimenti normativi presenti nell’atto della sede ABAP, infatti, consentono la partecipazione solamente ai professionisti iscritti al proprio albo di riferimento, in base a quanto stabilito dall’articolo 46 del D.Lgs. 50/2019 sui Contratti Pubblici.

Risulta stupefacente che non venga fatta menzione della legge 4/2013, che equipara le professioni non organizzate in Ordini o Albi a quelle che lo sono – sottolinea Angela Abbadessa Presidente CIA – e che non venga fatta menzione nemmeno della legge 110/2014 e del successivo DM 244/2019 che ne regola il funzionamento, indicando puntualmente quali mansioni possono essere svolte solamente dagli archeologi in possesso dei requisiti previsti dal DM.

Oggi abbiamo inviato una richiesta di rettifica agli uffici competenti, segnalando l’avviso anche alla DG ABAP, competente per la sede territoriale e alla DG Educazione e Ricerca, competente per gli elenchi scaturiti dalla legge 110/2014. Siamo certi che si sia trattata solamente di una dimenticanza, che riteniamo però grave ugualmente. Voglio ricordare che le due leggi citate, la 4/2013 e la 110/2014 al momento regolano la nostra professione e non possono che diventare il cardine per migliorare ogni aspetto lavorativo che riguarda l’archeologia. È inaccettabile che un ufficio pubblico, dopo oltre sei anni dall’ultima legge emanata, e dopo oltre un anno dall’uscita del suo decreto attuativo, ancora non abbia integrato completamente nei suoi atti queste norme.