10.09 2019 – DARIO FRANCESCHINI È UFFICIALMENTE IL NUOVO MINISTRO DEI BENI CULTURALI

Il nuovo Governo guidato da Giuseppe Conte ha ottenuto la fiducia dalle due camere.

Come Ministro dei Beni e le Attività Culturali (e del Turismo, che torna in seno alla Cultura, dopo essere stato prerogativa del Ministero per le Politiche Agricole), è stato scelto Dario Franceschini, che tornerà a sedere sulla poltrona del Collegio Romano dopo 15 mesi.

Con il suo precedente mandato ha messo la firma su questioni che hanno toccato, e toccano ancora oggi da vicino, chi vive nel settore dei beni culturali e anche dell’archeologia. Tre le cose positive vogliamo certamente ricordare il concorso per 500 funzionari (poi circa 1000) da lui bandito, che dopo 10 anni, ha permesso agli stremati uffici del Ministero di ricevere nuova linfa, indispensabile per garantirne il funzionamento.  Tra gli elementi discutibili inseriamo, invece, la riforma del Ministero: se da un lato è stato importante valorizzare il ruolo dei musei e svecchiarne il funzionamento, certamente negativa è stata la scelta di separare valorizzazione e tutela, svilendo quest’ultima.

Del tutto inadeguata giudichiamo, invece,  l’attenzione rivolta ai professionisti del settore, sia gli interni del Ministero (ricordiamo il nefasto regolamento interno per i dipendenti del Mibact e i divieti a scioperare e la riorganizzazione del Ministero senza alcuna logica e controllo) sia gli esterni (con la mancata firma dei decreti attuativi della Legge 110/2014, nonostante i reiterati impegni a farlo, la scarsissima anzi nulla attenzione per l’applicazione della Convenzione de La Valletta e le conseguenti leggi applicative, l’apertura definitiva dei Beni Culturali al volontariato). 

Ringraziamo l’ex Ministro Alberto Bonisoli per aver firmato i decreti applicativi della Legge 110/2014 (DM 244/2019) dotando i professionisti della cultura, finalmente, degli strumenti per la loro tutela e riconoscimento. Un ulteriore ringraziamento all’ex Ministro va per essersi adoperato per trovare le risorse necessarie a istituire un nuovo concorso pubblico per l’assunzione di assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza. 

Anche nel caso di Bonisoli pesa la colpa di una riforma scritta in maniera frettolosa e soprattutto non condivisa né con le parti sociali né tantomeno con quegli organismi interni allo stesso Ministero deputati proprio a questi scopi, come il Consiglio Superiore dei Beni Culturali, nonostante i tanti proclami formali in senso contrario. 

Nell’augurare buon lavoro al Ministro Franceschini, auspichiamo che il suo nuovo mandato sia volto proprio a costruire quel rapporto e quella collaborazione con chi, tutti i giorni, lavora a servizio del nostro patrimonio culturale, evitando nuove riforme calate dall’alto e un nuovo scontro con sindacati, associazioni professionali e rappresentanti del mondo della cultura che hanno caratterizzato la passata stagione. Ce lo auguriamo per i professionisti e per i fruitori del sistema dei beni culturali italiani, sperando che lo sforzo di tutti sia rivolto a riportare i Beni Culturali al centro delle politiche del nostro Paese, trasformando un “Ministero Cenerentola” in un motore che crei buona occupazione e un sistema virtuoso per l’intera Nazione.