10.10.2016 – L’IBAM NON CONOSCE IBAN. ANCORA UN RECLUTAMENTO NON RETRIBUITO PER GLI ARCHEOLOGI

Sabato 8 ottobre 2016 è stata lanciata e promossa dall’IBAM-CNR di Catania “LA PRIMA CAMPAGNA DI RECLUTAMENTO VOLONTARI PER ATTIVITÀ DI SUPPORTO ALLA RICERCA” (http://archeologos.ibam.cnr.it/prima-campagna-di-reclutamento-volontari/). La call è diretta a studenti universitari e laureati in varie discipline, tra cui Archeologia, Accademia di Belle Arti, Scienze della Comunicazione e Ingegneria informatica. La durata dell’attività di volontariato è di almeno 6 mesi. La Confederazione Italiana Archeologi esprime forte dissenso nei confronti dell’iniziativa che si configura come l’ennesimo episodio di sfruttamento delle competenze già acquisite dai laureati di triennale e magistrale senza alcun riconoscimento economico.

Non è la prima volta che Enti pubblici, come il MiBACT, alcune Università e anche molti Comuni, ricorrono al volontariato o alla richiesta di prestazioni qualificate a fronte di retribuzioni irrisorie – ricorda Claudia Speciale, del Direttivo regionale Sicilia della Confederazione Italiana Archeologi  La nostra associazione si è sempre fermamente opposta anche organizzando manifestazioni per ribadire che Noi non siamo a costo zero. Vogliamo riaffermare con forza lo stesso concetto anche adesso, in occasione di un reclutamento di volontari da parte di un prestigioso Ente statale come il Consiglio Nazionale delle Ricerche

Le perplessità della Confederazione Italiana Archeologi riguardano anche la forma del documento: non sono presenti data di pubblicazione, di scadenza, indicazioni sul numero di soggetti da coinvolgere, una descrizione di massima delle attività che i volontari svolgeranno. Si lascia intendere che l’iniziativa accoglierà in qualsiasi momento un numero imprecisato di volontari per attività genericamente definite “di supporto alla ricerca.” Altre contraddizioni contenute nel testo della call riguardano l’invito a coloro che vogliano non solo acquisire, ma anche spendere le proprie competenze nel settore dei beni culturali: spendere le proprie competenze non significa regalarle dopo averle acquisite, bensì poterle impiegare efficacemente in un’attività professionale adeguatamente retribuita.

Inoltre, l’investimento su giovani forze, uno degli impegni dell’Istituto, dovrebbe tradursi in uno sforzo economico da parte dell’ente pubblico, come l’istituzione di borse di studio, per supportare l’attività di giovani ricercatori. In questo caso si prevede invece solamente un contributo di tempo e impegno da parte di studenti e laureati a favore di un ente pubblico, a fronte del semplice rilascio di un “regolare attestato di frequenza”. “La Direzione dell’IBAM di Catania ha tempestivamente replicato alle numerose critiche sull’iniziativa pervenute nelle ore successive alla diffusione della call – dichiara Alessandro Pintucci, Presidente della Confederazione Italiana Archeologi  ma non riteniamo accettabile che una campagna di reclutamento di volontari sia presentata come risposta a richieste spontanee di collaborazione scaturite dal successo di recenti attività istituzionali dell’Istituto nel territorio di Catania. Riscuotere consensi in seguito ad attività culturali è un indiscusso merito dell’IBAM, ma da ciò non può conseguire un uso strumentale dell’entusiasmo suscitato.” Studenti e laureati possono scegliere liberamente come pianificare il proprio tempo e le proprie prospettive future, ma è importante essere consapevoli che la partecipazione ad attività a titolo volontario presso qualsiasi ente pubblico non garantisce alcuna prospettiva concreta di assunzione, per la quale la legge prevede una selezione pubblica. “Ciò che appare chiaro, e ancora più grave, dalla formulazione dell’avviso intitolato “Prima campagna di reclutamento” – aggiunge Filippo Iannì del Direttivo regionale CIA  è che sussiste l’intenzione di rinnovare periodicamente l’operazione tramite ulteriori campagne rendendo sistematico il ricorso a forme di prestazioni non retribuite”. Pertanto la CIA esorta l’IBAM-CNR a voler ritirare la call o a riformularla radicalmente precisando in maniera chiara e inequivocabile a quale delle seguenti possibilità l’iniziativa sia da ascrivere:

  1. a) attività didattica esclusivamente diretta a studenti universitari, senza retribuzione;
  2. b) tirocinio formativo per laureati che prevede quote di retribuzione o rimborso spese;
  3. c) prestazione professionale che prevede specifiche forme di reclutamento e compensi appropriati.