20.06.2014 – DECRETO FRANCESCHINI: LA VALORIZZAZIONE DEI PROFESSIONISTI VALE SOLO PER CHI FA POLITICA?
La Confederazione Italiana Archeologi esprime la propria disapprovazione per i contenuti del nuovo Decreto Legge in materia di Tutela del Patrimonio culturale e sviluppo della cultura.
Malgrado le proteste degli ultimi mesi, le campagne mediatiche e l’intervento di numerosi professionisti ed esperti del settore, il ministro Franceschini ha scelto di proseguire con la politica scellerata del lavoro mascherato da stage e della mortificazione dei professionisti  dei Beni Culturali.
Ancora una volta siamo costretti non solo a vedere ignorate le nostre proposte e disattese le nostre aspettative, ma a ricevere l’ennesimo provvedimento di riorganizzazione dei Beni Culturali elaborato senza aver minimamente coinvolto i professionisti del settore. Siamo molto delusi dal Ministro Franceschini, speravamo che comprendesse le ragioni delle proteste degli ultimi mesi e discutesse le proposte avanzate dalle associazioni di categoria, accogliendone gli elementi sostanziali.
Non possiamo accogliere un Decreto – continua il Presidente Pintucci – che non investe nella valorizzazione delle professionalità dei Beni Culturali, che tenta di compensare le carenze  di personale del MiBACT con lavoro qualificato sottopagato mascherato da stage, che continua a chiamare “giovani”, persone che in qualunque altro paese europeo sarebbero chiamate semplicemente “professionisti”, che non cerca gli strumenti per sostenere le imprese del settore sfiancate dalla crisi.
Ci appelliamo al Presidente del Consiglio Renzi: prima dei 30 anni lei ha avuto la responsabilità e l’opportunità di guidare la Provincia di Firenze, una sfida complessa e affascinante. Lei – conclude Alessandro Pintucci – sostiene di voler valorizzare le potenzialità dei giovani italiani affidandogli la guida di istituzioni e di settori strategici del Paese: la informiamo che il Governo da lei presieduto, nel settore dei beni culturali a lei tanto cari, applica una politica opposta: non riconosce e mortifica la professionalità di archeologi, storici dell’arte, bibliotecari, archivisti… offrendo loro come unica opportunità professionale stage e finti lavori sottopagati. Ci  sono intere generazioni a cui non è mai stata concessa l’opportunità di vedere riconosciute le proprie capacità con la stabilità lavorativa o con il sostegno alla costruzione di un’impresa; intere generazioni che rinunciano alla speranza di costruire una famiglia, che rischiano sulla propria pelle, che investono in aggiornamento professionale i propri introiti, che tentano si sopravvivere alla crisi senza il minimo supporto dallo Stato.
Caro Presidente, le poniamo una semplice e diretta domanda, a cui ci aspettiamo una risposta franca e altrettanto diretta: la valorizzazione e il riconoscimento del valore e dell’esperienza dei professionisti, più o meno giovani, vale solo in politica?”