02.04.2014 – SICILIA: LA SICILIA SI “APRE” AI VOLONTARI, IL LAVORO SI “CHIUDE” AGLI ARCHEOLOGI

La Confederazione Italiana Archeologi manifesta perplessità per la recente sigla dell’accordo fra l’Assessorato regionale ai Beni Culturali e alcune associazioni di volontariato regionali e nazionali.

L’intesa prevede l’affiancamento di volontari ai lavoratori dipendenti regionali (personale di custodia) per attività di valorizzazione e fruizione di Musei e siti archeologici della Sicilia, mediante la stipula di accordi tra le varie Soprintendenze e le associazioni di volontariato.

Tale accordo” afferma la Presidente Regionale della Confederazione Italiana Archeologi Donata Zirone è purtroppo in sintonia con altre iniziative proposte in questi mesi in Italia da diversi Comuni e contro le quali ci siamo schierati apertamente“.

Le innegabili difficoltà nella gestione e valorizzazione di Musei e siti archeologici da parte degli Enti pubblici preposti, che riguardano principalmente aspetti organizzativi e di gestione del personale dipendente già in servizio, e non la carenza numerica di custodi (circa 1.550, tra interni e dipendenti della società partecipata SAS), erano state seriamente affrontate nei mesi scorsi dall’Assessore Sgarlata, che aveva proposto la possibilità di attivare il sistema dei riposi compensativi, già vigente per il personale di custodia alle dipendenze del Ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo in tutte le altre regioni italiane. È questa, a nostro avviso, la via da seguire per risolvere strutturalmente il problema. Vogliamo incoraggiare l’Assessore a insistere in questa direzione. L’intervento di volontari per supplire a questi problemi” continua Zirone “costituirebbe invece un vero e proprio atto di resa da parte delle Istituzioni.

In altre regioni d’Italia, nel 2008, un concorso nazionale per “assistente alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico” ha previsto prove preselettive, esami scritti e orali al fine di garantire livelli di conoscenze e competenze adeguati al ruolo. Perché in Sicilia, seppure in una situazione di difficoltà ormai cronica, si deve scegliere di delegare questi importanti compiti a volontari, sicuramente dotati di grande senso civico e passione per l’arte, ma di cui è impossibile garantire le effettive competenze e a cui è impossibile affidare responsabilità di tutela, prerogativa esclusiva delle Soprintendenze e non derogabile a soggetti terzi?

Le perplessità non sono dunque basate solo sul rischio che l’utilizzo di personale volontario possa direttamente sottrarre opportunità lavorative ai professionisti dei Beni Culturali, che attualmente svolgono, su incarico retribuito da Soprintendenze, Musei e Parchi archeologici, svariate attività di valorizzazione, didattica e divulgazione del patrimonio archeologico.

“I professionisti dei Beni Culturali, e gli Archeologi in particolare,  interviene la Vicepresidente Regionale Claudia Speciale  vivono in questo momento una fase di difficoltà e di screditamento della propria figura professionale, come dimostrano – solo a titolo esemplificativo – i due recenti avvisi pubblici emessi da parte dei Comuni di Palermo e di Alcamo per l’affidamento di incarichi di sorveglianza archeologica, che prevedono condizioni di lavoro poco dignitose, ai limiti dello sfruttamento. Abbiamo già proposto ai due Comuni alcune sostanziali modifiche agli avvisi, ma chiediamo che anche l’Assessore Sgarlata intervenga direttamente nella questione, bloccando l’iter dei due avvisi, per dimostrare di voler giustamente garantire, oltre la fruibilità dei siti e dei Musei, anche le condizioni professionali e lavorative degli Archeologi, suoi colleghi per formazione“.