12.12.2011 – CONTRATTO DEGLI STUDI PROFESSIONALI: GLI ARCHEOLOGI PERDONO SOLDI E TUTELE

Approvato il nuovo contratto degli studi professionali in cui sono stati inseriti gli archeologi da cantiere

La Confederazione Italiana Archeologi dichiara profonda delusione e sconcerto per i contenuti del nuovo contratto nazionale degli studi professionali, in cui sono stati inseriti anche gli archeologi. 
Aspettavamo da anni – afferma Giorgia Leoni, Presidente della Confederazione Italiana Archeologi – che si colmasse il vuoto contrattuale per tutti quegli archeologi che operano in musei, che schedano pezzi, che svolgono ricerche bibliografiche e d’archivio e invece scopriamo che in questo nuovo contratto vengono inseriti solo gli archeologi da cantiere, già ampiamente riconosciuti dal 1999 nel contratto dell’edilizia al 5′ e 6′ livello accanto ad ingegneri ed architetti.
Chi si è preso la responsabilità di inserire tale figura negli Studi Professionali – continua Giorgia Leoni – dovrà spiegare ai circa 15.000 archeologi che operano in Italia, prevalentemente nei cantieri edili, che, pur di vedere accanto alla parola archeologo l’aggettivo professionale, si rinuncia a circa 400 € al mese e a tutele e garanzie fondamentali. Le imprese potranno applicare il cosiddetto “dumping contrattuale”, un escamotage con cui, sfruttando la sovrapposizione tra i due contratti, potranno utilizzare quello che costa meno e che farà guadagnare meno i professionisti.” 
“Personalmente – continua il Presidente Leoni – non ho mai visto una ruspa lavorare in uno studio professionale, o usare il piccone seduti di fronte ad una scrivania col computer.
La Confederazione Italiana Archeologi attende di capire come sarà possibile conciliare le norme sulla sicurezza di un cantiere con le attività che gli archeologi svolgono in uno studio o in un magazzino, considerando tali gli ambiti di prevalenza in cui si applica il contratto degli studi professionali! 
In caso di maltempo, come si potrà ottenere la cassa integrazione, prevista solo nel contratto dell’edilizia, per l’archeologo che, con il contratto degli studi professionali, lavorerà in cantiere e non in un luogo chiuso? 
La Confederazione Italiana Archeologi auspica che ci siano i margini per poter rimettere in discussione il prima possibile il testo del contratto, eliminando la menzione dell’archeologo di cantiere ed inserendo tutte le numerose categorie di archeologi che ancora non hanno alcun riconoscimento per il proprio lavoro. E’ inaccettabile che il lavoro di migliaia di archeologi privi di riconoscimento professionale e tutele lavorative, che da anni si battono per vedere riconosciuti i propri diritti, diventi il prezzo da pagare per un contratto evidentemente ispirato da soggetti mossi da un interesse più personale che di categoria e sottoscritto da soggetti poco informati sulle specifiche problematiche degli archeologi.