22.09.2010 – L’ELENCO DEL MINISTERO ESCLUDE MIGLIAIA DI ARCHEOLOGI ITALIANI

Elenco archeologi: Confederazione Italiana Archeologi lancia la campagna “AGGIUNGIMI ALL’ELENCO”

La Confederazione Italiana Archeologi accoglie con favore la notizia che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali dopo molti mesi di attesa e di silenzio abbia finalmente reso pubbliche le procedure per l’iscrizione all’elenco degli archeologi che verrà gestito dallo stesso MiBAC.
Siamo molto soddisfatti – afferma il Presidente Giorgia Leoni  di aver contribuito all’inclusione nell’elenco di società e cooperative archeologiche, che erano state escluse nel mancato rispetto delle leggi, del mercato e del lavoro svolto da queste.
La Confederazione Italiana Archeologi rileva, però, che i dubbi e le perplessità sollevati negli ultimi anni sono caduti nel vuoto: il Ministero ha lavorato al decreto attuativo senza ritenere utile confrontarsi con i professionisti, affidandosi esclusivamente ai propri tecnici e agli accademici, totalmente ignari dell’esperienza e delle realtà lavorative degli archeologi non strutturati.
L’elenco conferma l’esclusione – continua la Presidente Leoni  delle migliaia di archeologi professionisti che, privi di specializzazione o dottorato, lavorano da anni e decenni sui cantieri, nei magazzini e nei musei, a supporto o spesso in sostituzione del personale tecnico delle Soprintendenze. Il Ministero dovrebbe rendersi conto che secondo questi criteri solo pochissimi tra soprintendenti e funzionari tecnici potrebbero iscriversi a quell’elenco. Evidentemente per il Ministero la laurea di uno strutturato vale più di quella di un libero professionista! E’ inaccettabile
La Confederazione Italiana Archeologi lancia la campagna “AGGIUNGIMI ALL’ELENCO” invitando tutti gli archeologi italiani dotati di laurea di vecchio ordinamento, laurea triennale o specialistica ad inviare la domanda di iscrizione all’elenco secondo le modalità indicate dal Ministero.

La Confederazione Italiana Archeologi si impegna affinchè, in linea con la politica di trasparenza avviata dal ministro Bondi, il Ministero renda noti i numeri delle domande ricevute, di quelle accettate e di quelle rifiutate, ricavandone dati concreti e statistiche riguardanti la nostra professione. Siamo sicuri che quando saranno note le proporzioni del fenomeno il Ministero non potrà non modificare il decreto, includendo anche i professionisti che oggi sono ingiustamente esclusi e avviando concretamente il processo di riconoscimento della nostra professione.