OSAL

Osservatorio Archeologi A Lavoro

2007-2008

PROGETTO REALIZZATO CON I CONTRIBUTI DELLA PROVINCIA DI ROMA E DEL COMUNE DI ROMA – V MUNICIPIO

Tra i principali obiettivi del progetto Osservatorio Archeologi al Lavoro (OSAL) è stato verificare, oltre che la quantità, la qualità dei collaboratori (o figure similari) coinvolti in attività archeologiche sul territorio, intesa esclusivamente come titoli di studio, facendo emergere in dettaglio non tanto i risultati scientifici, quanto gli aspetti professionali, le forme di occupazione degli archeologi e le modalità di impiego.

Un ulteriore aspetto d’interesse è rappresentato dalle diverse forme di rapporto professionale che legano gli archeologi, a seconda dei casi, a enti, aziende o stazioni appaltanti di altro tipo.

Sulla scorta di queste esigenze, la Confederazione Italiana Archeologi ha ritenuto opportuno organizzare un monitoraggio, con il fine di registrare in dettaglio l’operato svolto dalla categoria nel biennio 2007-2008 nei territori di un campione il più possibile rappresentativo dei 120 comuni della provincia di Roma. In più, per fornire un termine di confronto significativo con quanto riscontrato al di fuori di Roma, la ricerca è stata estesa a un settore della capitale, il IV (ex V) Municipio, in considerazione della sua notevole estensione e della ingente mole di interventi di archeologia preventiva da cui è da tempo interessato.

L’OSAL, a tutti gli effetti, rappresenta il primo tentativo in Italia di individuare le caratteristiche dell’impiego – dai tipi di intervento a quelle contrattuali– e di censire, piuttosto che i singoli archeologi, le loro prestazioni professionali, con una particolare attenzione alle peculiarità del lavoro nel pubblico e nel privato.

Abbiamo articolato una scheda per la raccolta dati particolarmente dettagliata, pur sapendo bene che, per il presente elaborato, molti campi sarebbero rimasti vuoti, risultando difficile sbrogliare a posteriori matasse di interventi numerosi e distribuiti nell’arco di un biennio. La varietà degli ambiti d’indagine ha dovuto fare i conti con la qualità dei dati raccolti e, di conseguenza, l’analisi si è focalizzata principalmente sull’aspetto dei titoli di studio degli archeologi intervistati, restituendo per la prima volta un quadro reale del livello di formazione degli operatori in campo.
Nel procedere con le interviste e con l’informatizzazione dei dati acquisiti si è compreso che solo compilando la scheda al termine di ciascun intervento si potrebbe disporre di una copertura eccellente del campione indagato; ciò sarebbe possibile, ad esempio, se diventasse un’abitudine associata alla consegna delle relazioni tecniche e scientifiche in Soprintendenza.

Nella definizione degli obiettivi del monitoraggio, particolare attenzione è stata dedicata alla sicurezza sul lavoro. Oltre all’importanza intrinseca del tenere alta la soglia di attenzione in questa materia, l’evidenziazione delle principali problematiche nei contesti di lavoro archeologico potrebbe essere di ausilio a Regione e Provincia nella predisposizione di corsi di formazione tarati per l’appunto sulle esigenze specifiche della professione dell’archeologo che opera in cantiere. Alla sicurezza sul lavoro è stata riservata la terza parte, dove vengono illustrati i risultati di un questionario sottoposto a circa un centinaio di archeologi.

Si tiene infine a sottolineare come il progetto OSAL, realizzato grazie ai contributi della Provincia e di Roma Capitale, debba larga parte della sua riuscita alla preziosa e paziente collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale e della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma. Purtroppo, non è stato possibile beneficiare dell’adesione della Soprintendenza per il Lazio, che non ha ritenuto interessante il progetto, con grave nocumento per il quadro generale delle iniziative intraprese a sud del Tevere, un territorio che certamente meritava di essere tratteggiato con una definizione maggiore. Per contro, a risarcire tale lacuna è intervenuta favorevolmente la grande disponibilità dei direttori dei numerosi musei civici e dei professionisti, a cui va il nostro più sentito ringraziamento.

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