CONGRESSO NAZIONALE 2022, LINEE GUIDA E NUOVO DIRETTIVO PER IL PROSSIMO TRIENNIO

Lo scorso weekend si è finalmente tenuto in presenza il congresso nazionale CIA 2022, che ha riunito a Roma archeologhe e archeologi da tutta Italia.

Dopo la mattinata di sabato 19 novembre, in cui sono intervenuti i rappresentanti di CNA, EAA, Colap, ICA ed exNovo – journal of archaeology, progetto archeocontratti, progetto SMART e i presidenti regionali CIA che hanno presentato le relazioni delle diverse sedi, si sono riuniti i tavoli di lavoro che hanno discusso sui seguenti temi:

  • Il Tavolo Legislazione ha discusso delle norme che riguardano la professione. In particolare delle problematiche legate all’applicazione del DM 244; delle criticità che si prospettano nel campo dell’archeologia preventiva dovute alla riforma del codice dei contratti pubblici; della definizione della figura dell’archeologo subacqueo all’interno del DM 244. Si è inoltre deciso di riprendere la discussione sulle proposte presentate per l’utilizzo dei fondi del PNRR.
  • Nel Tavolo Musei e Valorizzazione, i temi discussi sono partiti dalla gratuità nei musei, intesa come fruizione e accessibilità aperta a tutti, come la gratuità possa essere sostenibile, viste le spese e l’assenza di finanziatori privati, come la gratuità condizioni il livello di professionalità degli operatori museali, come poter supportare la gratuità se questa si delinea uno strumento di connessione dei cittadini al proprio patrimonio e quali debbano essere le figure professionali che operano nei musei. Inoltre, i titoli richiesti e il percorso formativo per poter accedere a un ruolo di direzione scientifica nei musei è stato il secondo tema di interesse, marcando la differenza normativa nel caso dei musei nazionali a dispetto della grande discrezionalità presente nei musei civici, dove vari vuoti normativi consentono il proliferare di una situazione fortemente eterogenea. Altro tema di interesse è stato quello dei compensi dei professionisti museali, dal momento che, se non verrà riconosciuta la figura professionale e i relativi titoli, non sarà possibile definire il compenso adeguato. Si è posta l’attenzione sia al contesto nazionale che a quello extra nazionale al fine di individuare buone pratiche in ambiti dove è presente una ripartizione delle competenze, dei ruoli e delle mansioni ma si è posta attenzione anche alla “tossicità” degli ambienti lavorativi, sempre confrontando la situazione nazionale con quella internazionale, sottolineando l’importanza della salute mentale sui luoghi di lavoro aspetto che, in ambito italiano, viene del tutto ignorato. I musei, se ben gestiti possono essere un forte moltiplicatore di valore, un mercato che, con la mancata individuazione delle professioni in Italia, invece di valorizzare mortifica. In tutte le osservazioni è stata presente la riflessione sull’importanza, dunque, di avere risorse umane formate, qualificate e tutelate ma anche risorse economiche adeguate, soprattutto in quei musei dove non è previsto il pagamento di un biglietto. In questa ottica le parole chiave sono state  SOSTENIBILITA’ come VALORIZZAZIONE SOSTENIBILE, ma anche risorse umane ed economiche strutturate.
  • Il Tavolo Formazione e Ricerca ha avviato alcune riflessioni prendendo le mosse dall’indagine svolta, nel mandato appena concluso, in collaborazione con il tavolo Legge 110, sull’allineamento tra l’offerta formativa delle Università italiane e i criteri del DM 244 L 110. Sono stati inoltre analizzati alcuni fenomeni che oggi caratterizzano la professione dell’archeologo: ad esempio l’aumento della domanda di professionisti dal mercato del lavoro e il contraddittorio calo delle iscrizioni universitarie nelle materie archeologiche; la “mobilità” degli archeologi strutturati tra enti diversi, quasi sempre a discapito del MiC (ad es. da Soprintendenze verso Università). Sono state dunque avanzate alcune proposte, che dovranno essere concretizzate nel prossimo mandato, tra le quali: strutturare un modulo di informazione per i neolaureati, redigendo una proposta organica da presentare, con l’ausilio dei Direttivi Regionali CIA, alle Università interessate, con l’obiettivo di illustrare le potenzialità e le criticità della nostra professione in tutte le sue possibili declinazioni; proporre inoltre una riforma strutturale delle Scuole di Specializzazione, che le trasformi in un momento di formazione realmente professionalizzante, agevolando insegnamenti, seminari e stage tenuti da professionisti attivi nel mondo del lavoro e che possano affrontare le tematiche reali pertinenti al settore dell’archeologia professionale (contrattualistica, fiscalità, cantieristica ecc). Il gruppo Formazione e Ricerca risulta particolarmente variegato nella composizione anagrafica e professionale (giovani neolaureati, ricercatori e docenti strutturati ecc) e questa sarà la ricchezza che sosterrà l’impegno e l’entusiasmo di tutti i componenti.
  • Al Tavolo Europa e Archeologia Pubblica si è discusso il rapporto da tenere con le istituzioni archeologiche europee, in primis l’EAA, partendo dall’organizzazione della Conferenza annuale dell’associazione europea nel 2024 a Roma, in cui siamo e saremo direttamente coinvolti. Riguardo l’archeologia pubblica, si è ragionato sull’esigenza di andare oltre la iniziale fase entusiastica che ha caratterizzato la declinazione dell’archeologia pubblica in Italia, per passare a una fase in cui sia codificata in modo più stabile e duraturo, passando attraverso una formazione universitaria più capillare rispetto al tema della comunicazione archeologica, un adeguamento della legislazione nazionale alle mutate esigenze del pubblico e degli addetti ai lavori, allo studio delle forme di applicazione della Convenzione di Faro.
  • La discussione all’interno del Tavolo VPIA e linee guida è partita dall’analisi della ricerca territoriale finalizzata alla determinazione del rischio archeologico di un’opera, in conformità con le linee guida. Si è parlato quindi della definizione dei compensi e di come garantire, nel caso di trasmissione di file editabili, la loro integrità e conformità a quanto effettivamente inviato. Da un punto di vista tecnico, è stata sollevata la necessità di indicare all’interno del template la densità dei materiali negli areali individuati durante la survey e soprattutto di definire un criterio univoco per la determinazione di potenziale e rischio. A questo proposito sono state discusse delle tabelle e un sistema di calcolo che offrano una possibile soluzione. Infine, è stato affrontato il tema legislativo sul futuro delle linee guida al DPCM del 14/02/2022 attualmente legate all’articolo 25 del codice contratti (D.L. 50 del 18/04/2016), che sarà in tempi brevi sostituito da un nuovo codice, nelle cui bozze non vi sono corrispondenze con l’articolo 25.
  • Dalle prime battute del Tavolo Lavoro e Contratti è stato immediatamente toccato da buona parte dei colleghi partecipanti al tavolo la velata questione dei compensi. A seguito di un vivace dibattito che ha visto liberi professionisti, dipendenti e titolari di imprese confrontarsi sull’argomento sono emerse le necessità: 
  • Formare sin dall’università i futuri professionisti archeologi su questioni contrattuali e fiscali affinché possano immettersi nel mondo del lavoro con consapevolezza
  • Evitare con maggiore fermezza compensi lesivi della nostra professionalità (in Abruzzo i colleghi Cia sono riusciti a istruire i colleghi associati e non sui molteplici rischi cui è possibile incorrere accettando compensi irrisori raggiungendo, dunque, a livello regionale una “coscienza di classe” fondamentale per proseguire sulla strada dei nostri diritti)
  • Prendere atto dei reali costi che le società archeologiche, spesso sotto accusa da parte dei collaboratori liberi professionisti, devono affrontare
  • Elaborare tariffari quantomeno a livello regionale oppure dove questi siano presenti spingere per l’inserimento di una voce specificare per l’assistenza archeologica
  • Apportare modifiche al codice degli appalti (tuttavia siamo consapevoli che si tratta di una strada verosimilmente impraticabile perché prevede una forza politica che non abbiamo)

Nella giornata di domenica 20 si sono tenute le elezioni del nuovo consiglio direttivo nazionale in cui i 120 delegati CIA hanno eletto le nuove cariche per il prossimo triennio. A seguito delle elezioni si è tenuto il primo direttivo nazionale che ha nominato le nuove cariche di: 

  • Presidente: Angela Abbadessa
  • Vicepresidente: Angela Clara Infarinato
  • Segretario: Giusy Incammisa
  • Tesoriere: Gloriana Pace

Membri del nuovo CDN: Marco Arizza, Valeria Boi, Elisa Cella, Alessandra Ciarico, Federica Codromaz, Valentina Di Stefano, Nicolò Donati, Ivan Fioramonti, Tommaso Magliaro, Roberto Masciarri, Massimo Massussi, Alessandro Mucciante, Sara Natoli, Alessandro Pintucci, Federica Pollari, Alessandra Riva, Francesca Valbruzzi, Gianfranco Valle, Federico Vavalle.