18.07.2012 – BUON LAVORO AI NUOVI ARCHEOLOGI DEL MIBAC

Assunti nuovi archeologi al Mibac: quali criteri nella distribuzione geografica?

In riferimento alla recente assunzione di ulteriori idonei del concorso per archeologi del 2008 presso il MiBAC, la Confederazione Italiana Archeologi, nel congratularsi con i colleghi che prenderanno servizio in questi giorni, non può esimersi dal manifestare, ancora una volta, i propri dubbi circa i criteri che sin dall’inizio il Ministero ha utilizzato per selezionare il personale tecnico-scientifico.

Purtroppo avevamo ragione nel dire che i posti messi a bando erano pochi e che mancavano regioni come Lazio, Campania, Abruzzo e tutte le zone centromeridionali archeologicamente strategiche.

Si è scelta ancora una volta la strada dell’assunzione ope legis di professionisti senza prevedere una sorta di bando integrativo, visto che formalmente erano stati messi alla prova e selezionati in base alle loro conoscenze sul patrimonio archeologico di Friuli o Liguria e non delle regioni tra cui hanno poi potuto scegliere, a differenza dei colleghi vincitori e di quelli idonei assunti successivamente nelle stesse aree previste dal bando, praticamente tutte al nord. Ci sono regioni in cui, in seguito all’assunzione dei vincitori e degli idonei, ormai ci sono funzionari archeologi in organico quasi in esubero.

“Restano senza risposta tante domande che abbiamo posto in questi anni al Direttore Generale del Personale e al Direttore Generale per l’Antichità del MiBAC” afferma Alessandro Pintucci, Presidente Nazionale della Confederazione Italiana Archeologi. “Ancora ci chiediamo quali fossero i criteri per la distribuzione geografica e numerica dei posti messi a concorso, quale fosse la logica dell’istituzione di molteplici concorsi regionali e non di un unico concorso nazionale e come si è arrivati ad una graduatoria nazionale dopo un concorso gestito con criteri tanto diversi di regione in regione”.

Era chiaro che non si poteva continuare a moltiplicare il numero dei funzionari in Lombardia, Friuli o Piemonte, e che bisognava riparare ai disastri del bando originario. Solo che vorremmo che chiariscano i criteri con cui oggi gli altri idonei verranno assunti magari a Roma, Napoli, L’Aquila e chissà in quali altre regioni escluse dal bando.

Ad attendere le risposte alle domande che ponevamo, e che ribadiamo oggi, insieme a noi ci sono i tanti archeologi che a Milano o Torino non sono andati a fare il concorso perché credevano che la questione della territorialità fosse un discrimine serio. Ci sono gli archeologi della prima ondata di idonei assunti per raddoppiare gli organici delle soprintendenze del Nord che magari provengono da quelle regioni dove oggi viene chiamato chi in graduatoria era dopo di loro. Ci sono gli idonei delle riqualificazioni del personale interno del MiBAC, che malgrado titoli ed esperienze pluriennali sono bloccati perché le piante organiche non offrono spazio.

Oggi si usa come un maglio inappellabile la deroga al blocco delle assunzioni e ai tagli alla Pubblica Amministrazione previsti per l’anno prossimo che hanno consentito e consentiranno l’assunzione, oltre che dei vincitori, anche di tutti gli idonei entro il 2013.

Non ci appassionano ricorsi legali o guerre tra poveri che possono solo danneggiare la nostra categoria, dimostreremo maggior senso di responsabilità di chi ha gestito l’ultimo concorso a cui molte generazioni di colleghi avranno avuto l’opportunità di partecipare.

Non ci resta che sperare nelle qualità e nel senso delle istituzioni dei nostri colleghi appena assunti, che piano piano soppianteranno nel Ministero chi ha creato questo caos, stracciando le troppo sbandierate, ma raramente applicate, meritocrazia e trasparenza.

A loro, solo a loro, va il nostro migliore augurio di un buon lavoro.