01.08.2008 – FORTI CRITICHE AL BANDO DI CONCORSO PER 30 ARCHEOLOGI AL MIBAC

La Confederazione Italiana Archeologi esprime decisa disapprovazione per il contenuto del bando per 30 posti di “Archeologo” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 56 del 18/7/2008:

• La distribuzione geografica dei posti a concorso, profondamente modificata rispetto alla circolare che preannunciava il bando, è fortemente sbilanciata, assegnando ben 27 posti su 30 alle regioni del centro-nord ed escludendone completamente altre, tra cui Lazio e Campania.
• Sono completamente escluse dall’assegnazione di posti a concorso, sia della fascia retributiva F1 che di quella B3, Abruzzo e Molise, regioni che, a fronte di un patrimonio archeologico di straordinaria rilevanza, da anni sono afflitte da gravissime carenze di personale.
• L’individuazione del Diploma di Specializzazione o del Dottorato di Ricerca come requisiti di accesso al concorso costituiscono un unicum per un concorso da funzionario di primo livello, considerando che i medesimi requisiti formativi erano stati precedentemente richiesti per l’ultimo concorso da Archeologo Direttore Coordinatore di livello C3.
• Stupisce che per ottenere una severa selezione che miri ad accertare l’effettiva qualità dei candidati e a premiare l’eccellenza nello Stato sia richiesta una formazione di altissimo livello, ma non siano minimamente valutati altri titoli comprovanti la professionalità dei partecipanti, tra cui le collaborazioni con le stesse Soprintendenze, l’esperienza maturata sul campo e la produzione scientifica.
• L’individuazione del Diploma di Specializzazione o del Dottorato come requisiti minimi per la partecipazione al concorso costituisce un’evidente contraddizione rispetto al concorso per Soprintendenti, ancora in fase di espletamento, nel quale oltre ai 5 anni di esperienza nella posizione C3 era richiesta solo la laurea triennale. Potenzialmente tra un anno un Soprintendente con la triennale potrà dirigere un funzionario con la Specializzazione!
• La differenza di ben due titoli di studio nel passaggio di un solo livello, da B3 a C1, costituisce una pericolosa svalutazione del titolo universitario. Ci si chiede, infatti, quale sia il valore che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali attribuisce e riconosce alla laurea.
• Risulta incomprensibile la logica per cui i migliaia di laureati che da anni svolgono il ruolo di archeologi come collaboratori esterni delle Soprintendenze, operando sui cantieri, nei musei, nei magazzini, improvvisamente non siano ritenuti in grado di svolgere la funzione di archeologi nello Stato. Da laureati si è, dunque, abbastanza archeologi per lavorare per il Ministero, ma non abbastanza per farlo nel Ministero?
• Il concorso sta condannando migliaia di laureati, che fino ad oggi hanno collaborato come archeologi per le Soprintendenze, ad auspicare di vincere un concorso per Assistenza alla Vigilanza!…e in molti casi non potendolo fare neanche nella propria regione di residenza!

La Confederazione Italiana Archeologi auspica che il Ministero si impegni in tempi brevi a chiarire i requisiti formativi e le specifiche mansioni pertinenti i differenti livelli dei funzionari Archeologi, di concerto con il MIUR, la Conferenza Stato-Regioni e le associazioni di categoria.
La Confederazione Italiana Archeologi chiede, inoltre, con decisione che venga prontamente bandito un nuovo concorso per la medesima qualifica professionale per assegnare posti nelle regioni escluse dall’attuale bando.